Bellissimo parco, vasta oasi verde ricca di vegetazione
esotica dove l’elemento architettonico dominante è un’antica fontana in pietra
con putti.
Le piante più significative sono raggruppate nel prestigioso
Palmetum in cui primeggiano due gruppi di palme Phoenix reclinata di notevoli
dimensioni, una magnifica Erythrina crista-galli, dall’incantevole fioritura
rosso sangue, alcune Jacaranda mimosifolia, Cinnamomum camphora, grandi Ficus
macrophylla, Corynocarpus laevigatus, Phoenix dactylifera, Washingtonia
filifera, Washingtonia robusta, Caesalpinia gilliesii, Trithrinax campestris,
Nolina longifolia, ecc.
Il catasto “napoleonico” del 1812 individua i terreni oggi
compresi nel grande parco Ormond destinati ad agrumeto ed oliveto, ma vi si
trovavano già palme della specie Phoenix dactylifera. La proprietà era della
famiglia sanremese Rambaldi, che vende la villa agli Ormond prima del 1887.
Michel Louis Ormond (1828–1901) era un commerciante di tabacco d’origine
svizzera, che si trasferisce a Sanremo per desiderio della bellissima moglie
francese, Marie Marguerite Renet (1824–1925), donna di salute
cagionevole.
La vecchia villa Rambaldi subisce gravi danni con il terremoto del 1887. Gli Ormond decidono dunque di costruire una nuova villa, il cui progetto viene affidato all’architetto svizzero Emile Réverdin, che traduce la sua educazione parigina in un impianto classico e lineare. La villa viene completata nel 1889. Il grande parco viene attraversato dalla via Aurelia e dalla ferrovia, operativa dal 1872. Lo spazio verde viene modellato secondo la progettualità francese del secondo ottocento, sull’esempio dell’Alphand e di André. I terrazzamenti liguri e gli agrumeti vengono eliminati in favore di viabilità comode e panorami sempre variati. Le piante esotiche vengono collocate accanto ad ulivi ed agrumi. Il progetto del parco riprende un andamento a “stanze” con ambienti vegetali molto caratterizzati: palmeto, area dei cedri, antico oliveto, sequenza di Ficus e grandioso panorama centrale ispirato al tema del giardino all’italiana.
La vecchia villa Rambaldi subisce gravi danni con il terremoto del 1887. Gli Ormond decidono dunque di costruire una nuova villa, il cui progetto viene affidato all’architetto svizzero Emile Réverdin, che traduce la sua educazione parigina in un impianto classico e lineare. La villa viene completata nel 1889. Il grande parco viene attraversato dalla via Aurelia e dalla ferrovia, operativa dal 1872. Lo spazio verde viene modellato secondo la progettualità francese del secondo ottocento, sull’esempio dell’Alphand e di André. I terrazzamenti liguri e gli agrumeti vengono eliminati in favore di viabilità comode e panorami sempre variati. Le piante esotiche vengono collocate accanto ad ulivi ed agrumi. Il progetto del parco riprende un andamento a “stanze” con ambienti vegetali molto caratterizzati: palmeto, area dei cedri, antico oliveto, sequenza di Ficus e grandioso panorama centrale ispirato al tema del giardino all’italiana.
Sono stati numerosi gli ospiti illustri: i principi di
Prussia, il Duca d’Aosta e la celebre principessa Elisabetta d’Austria.
Dopo la morte di Marie Marguerite nel 1925, la proprietà è stata acquisita dal Comune di Sanremo nel 1928.
Dopo la morte di Marie Marguerite nel 1925, la proprietà è stata acquisita dal Comune di Sanremo nel 1928.
In questo contesto, va ricordato come lo spazio retrostante
la villa sia stato utilizzato come prestigioso “giardino d’inverno”, luogo
destinato a manifestazioni e cerimonie di premiazione. In seguito la villa è
stata anche sede del Tribunale di Sanremo. Dal 1936, sino ai primi anni ’70, la
Villa ed il parco hanno ospitato importanti Mostre floreali internazionali.
Nel Parco di Villa Ormond è possibile ammirare Il Giardino
giapponese, frutto dell’amicizia che unisce la città di Sanremo e la città di
Atami.
Su di un tappeto erboso dal verde intenso, sono sistemati in modo fantasioso massi e pietre che ne mettono in risalto la bellezza e creano un’atmosfera tipica, in armonia con gli alberi e gli arbusti. Particolarmente suggestivo è l’angolo ispirato alla filosofia ZEN. Qui il simbolo impera ed esalta la bellezza nella sua semplicità, non immagine, ma senso della vita nella più profonda spiritualità.
Su di un tappeto erboso dal verde intenso, sono sistemati in modo fantasioso massi e pietre che ne mettono in risalto la bellezza e creano un’atmosfera tipica, in armonia con gli alberi e gli arbusti. Particolarmente suggestivo è l’angolo ispirato alla filosofia ZEN. Qui il simbolo impera ed esalta la bellezza nella sua semplicità, non immagine, ma senso della vita nella più profonda spiritualità.
La flora tipicamente originaria del mondo giapponese si
integra in modo piacevole, dando all’insieme un intenso richiamo d’oriente.
Tra le specie principali si segnalano:
Bambusa vulgaris, Corylus avellana “Contorta”, Bambusa arundinacea “Aurea”, Pinus parviflora “Pentaphylla”, Chamaecyparis “pisifera Filifera Aurea”, Cryptomeria japonica “Globosa”, Acer palmatum, Corylopsis pauciflora, Cornus kousa, Ilex crenata, Cydonia japonica, Mahonia iaponica, Sophora japonica, Lagerstroemia indica, Chamaecyparis obtusa “Nana”, Nandina domestica.
Tra le specie principali si segnalano:
Bambusa vulgaris, Corylus avellana “Contorta”, Bambusa arundinacea “Aurea”, Pinus parviflora “Pentaphylla”, Chamaecyparis “pisifera Filifera Aurea”, Cryptomeria japonica “Globosa”, Acer palmatum, Corylopsis pauciflora, Cornus kousa, Ilex crenata, Cydonia japonica, Mahonia iaponica, Sophora japonica, Lagerstroemia indica, Chamaecyparis obtusa “Nana”, Nandina domestica.
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