Sanremo storia



Sanremo presenta tracce di attività umana fin da tempi remoti, come testimoniato dal ritrovamento di insediamenti del Paleolitico. Tuttavia è dall'epoca romana che la città comincia a svilupparsi come insediamento significativo. Viene quindi fondata in epoca romana lungo la Via Julia Augusta, (proseguimento della via consolare Aurelia) ed intitolata probabilmente a Caio Matucio, che intorno all'oppidum primitivo, rilevato nelle vicinanze dell'attuale Casino, costruì una sontuosa villa, attorno alla quale crebbe l'abitato detto Villa Matutia. Un'altra interpretazione fa riferimento alla divinità romana Mater Matuta, dea dell'Aurora, mutato quindi in Matutia e quindi Villa Matutiæ.
Quale che ne sia l'origine, tuttavia è certo che, dopo la conversione della popolazione al Cristianesimo da parte del beato Ormisda, del diacono Siro (poi Vescovo di Genova) e del Vescovo San Romolo [1](poi eremita), nel IX secolo la città fu oggetto di attacchi continui da parte di piratisaraceni, che costrinsero la popolazione a rifugiarsi sui monti. Passato tale periodo di devastazioni, il borgo primitivo venne rifondato sulla costa, nell'attuale zona di San Siro e della Pigna (così detta per la forma "ad avvolgimento" con cui venne costruita per motivi difensivi), circondato da mura e difeso da un castello, e quindi dedicato a San Romolo. Risale infatti al 979 un documento in cui alcune famiglie chiedono al vescovo Teodolfo un appezzamento di terreno a basso costo di affitto[7], che prese il nome di castrum Sancti Romuli, dedicato al vescovo che "ormai considerato santo e venerato dalla popolazione che nella sua tomba prega ed invoca la protezione divina contro i nemici, che continuavano a saccheggiare e ad uccidere"[8].
La città appartenne prima alla Diocesi di Albenga-Imperia, quindi ai conti di Ventimiglia, ed infine passò sotto il controllo dei vescovi di Genova. Nel 1170 la città prese parte ad una battaglia marittima, accanto alla Repubblica di Genova, contro la Repubblica di Pisa, con una galea costruita con il legno ricavato dai boschi circostanti l'attuale frazione di San Romolo.
Nel 1297 Sanremo venne venduta alle famiglie nobili genovesi di Oberto Doria e Giorgio De Mari, che modificarono l'amministrazione cittadina e lo statuto comunale[9]; nel 1361 passò sotto la Repubblica di Genova, fin quando nel 1367 la popolazione fece una colletta per riscattarsi e diventare libero comune, sempre sotto la protezione di Genova, ma con proprio statuto.
La città, a partire dal Medioevo, fece della navigazione marittima un suo punto d'orgoglio. In particolare, visto che il clima era particolarmente mite, ed era fiorente la coltivazione degli agrumi, veniva effettuato il commercio di tali frutti quasi esclusivamente via mare, poiché le strade erano all'epoca alquanto disastrate e pericolose. A conferma dell'abilità marinara, un vecchio detto provenzale diceva che Li gens de San Rëmu navigou san remu (la gente di Sanremo naviga senza usare i remi), in quanto esperta nell'uso delle vele. Gli annali di Sanremo riportano infatti, a partire dal 1435, un costante ampliamento e ammodernamento del porto, di cui all'epoca si diceva "non vi è spiaggia in tutto il dominio della Serenissima più numerosa di barche... come di gente marinara"
Nel XVI secolo ricominciarono le invasioni saracene, tra cui quelle del corsaro barbaresco Barbarossa, che nel 1544 saccheggiò la città e depredò la chiesa di San Siro.
Per quasi due secoli rimase sotto il protettorato genovese, ma nel 1745 fu bombardata dal mare dai britannici, ed infine entrò in contrasto con Genova per le forti gabelle introdotte nonostante le forti difficoltà economiche in cui versava la comunità e la richiesta di separare il borgo di Colla (l'attuale Coldirodi) dal Comune: nel 1753 la città si ribellò, ed i Genovesi repressero duramente la rivolta. In quell'occasione Genova edificò il forte di Santa Tecla nei pressi del porto (utilizzato poi come carcere fino al 1997), che aveva infatti le artiglierie rivolte contro la città, anziché a sua difesa. Tale avvenimento segnò l'inizio di una decadenza generalizzata che si protrasse per oltre mezzo secolo.
Le truppe napoleoniche, nel 1794, occuparono la città che divenne capoluogo del Dipartimento delle Palme.
Dopo la restaurazione dei Savoia (1814) venne annessa al Regno di Sardegna. La decadenza cittadina aveva portato scarse condizioni igieniche, che culminarono in una grave epidemia di colera nel 1837: è di questo periodo la costruzione di un nuovo cimitero suburbano e l'allestimento di un lavatoio pubblico[10].
Da quegli anni la città iniziò a crescere dal punto di vista turistico: nel 1864 la zarina Maria Aleksandrovna per prima scelse Sanremo per "svernare", aprendo la strada al turismo elitario della nobiltà russa, attratto dal clima mite e dalla bellezza dei luoghi. Anche l'Imperatrice Elisabetta di Baviera (Sissi, Imperatrice d'Austria) tra i suoi numerosi e lunghi viaggi per l'Europa (1870-1890) si recò diverse volte a Sanremo.
In quel periodo vennero edificati mirabili edifici e ville, principalmente in stile liberty, per l'aristocrazia europea che divenne semi-stanziale nella cittadina. Sempre a fine '800 la cittadina vide il passaggio dall'agricoltura basata sugli agrumeti, molto fiorente, alla floricoltura.
All'inizio del '900 cominciarono a sorgere le strutture di intrattenimento più qualificate per l'esigente élite della Belle époque: il Casinò, il campo golf, la funivia Sanremo-Monte Bignone, all'epoca la più lunga del mondo, l'ippodromo, lo stadio, eccetera. Al termine della Prima guerra mondiale Sanremo venne scelta per la Conferenza Internazionale degli Stretti, con cui venne discussa, tra gli Alleati, la redistribuzione delle terre dell'ex Impero Ottomano, tra cui laPalestina (assegnata alla Gran Bretagna), la Siria, Cilicia e Libano (alla Francia).
Intorno agli trenta si ebbe la massima espansione turistica della cittadina: la città continuò ad incrementare le proprie strutture ricettive da un lato, e l'economia basata sulla floricoltura dall'altro. Con l'approssimarsi della Seconda guerra mondiale iniziò un lento declino del turismo elitario, e con la fine del conflitto la città vide l'incremento del nuovo turismo di massa, e conseguentemente vennero spostati i periodi di soggiorno dall'inverno all'estate. Questa enorme crescita economica, e le grandi opportunità di lavoro nella floricoltura, attirarono soprattutto dall'Abruzzo tantissimi lavoratori, che di fatto contribuirono in maniera notevole ad accrescere la città.
Con l'istituzione, inoltre, del Festival della canzone italiana, Sanremo acquistò ancora di più un ruolo nell'immaginario collettivo di cittadina frequentata da personaggi famosi, e come tale vide il turismo incrementare in modo notevole. Pertanto le attività ludiche e ricreative per il nuovo tipo di esigenze crebbero di pari passo con la speculazione edilizia degli anni sessanta e settanta, che apportò una trasformazione tutt'altro che positiva in molte parti della città: la cementificazione selvaggia impedì di fatto uno sviluppo armonico del centro urbano, divenuto nel frattempo sempre più popoloso e caotico.
La nascita del nuovo porto turistico, Portosole, alla fine degli anni settanta, consolidò il ruolo turistico della città, sempre più fulcro dell'economia cittadina. Da allora prese inizio, complice una diversa sensibilità ambientale generalizzata, una riqualificazione delle aree meno curate della città, ed un nuovo piano regolatore pose un freno alla cementificazione selvaggia.
Attualmente la città sta attraversando un periodo di riqualificazione generalizzata, nel tentativo di contribuire in qualche modo a contrastare una lenta decrescita del turismo iniziata alla metà degli anni novanta e rilanciare la città non solo per una fruizione del turismo "mordi e fuggi", ma anche da un punto di vista culturale, storico, paesaggistico.



“Villa SOLE” Strada San Lorenzo 64 Sanremo
Antonio D’Amore (Host)
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