Il Premio Tenco



La Rassegna della Canzone d'Autore, meglio conosciuta con il nome informale di Premio Tenco, è tutt'oggi considerata una delle manifestazioni musicali e culturali più importanti e prestigiose di tutta Italia. Si svolge ogni anno sul palco del Teatro Ariston di Sanremo. Il rinomato Premio Tenco, ormai diventato sinonimo dell'intera rassegna, è il riconoscimento musicale assegnato ogni anno dal Club Tenco, organizzatore della rassegna, ai vincitori della manifestazione, ed è suddiviso in quattro tipologie: il classico Premio Tenco per cantautore, conferito al miglior cantautore in gara, il Premio Tenco per operatore culturale e due premi aggiuntivi introdotti recentemente: il Premio Siae / Club Tenco all'autore emergente dal 1997 ed il premio I suoni della canzone istituito dal 2006.
La prima edizione del Premio Tenco prese il via nel 1974 grazie ad un piccolo contributo comunale e soprattutto agli atti di solidarietà dei soci del Club Tenco e del suo storico fondatore Amilcare Rambaldi. A quest'edizione parteciparono nomi quali Gino Paoli, Francesco Guccini, Roberto Vecchioni, Angelo Branduardi, Antonello Venditti e Ivan Graziani e la rassegna vide vincitore Leo Ferré. L'anno successivo è la volta di Vinicius de Moraes, grande autore brasiliano, poi l'ambito premio va a Georges Brassens, Jacques Brel, Leonard Cohen, Luis Llach ed altri nomi oggi considerati di rilevanza, quando non solo italiana, persino europea e mondiale.
Durante gli anni si sono susseguite sul palco dell'Ariston in occasione della rassegna personalità sempre più importanti – o che tali sarebbero diventate, com'era certezza di Amilcare Rambaldi, ideatore e padre del mondo del Tenco. Ed oggi sappiamo che quest'uomo aveva ragione a proporre al Mondo quegli “sconosciuti” artisti: si parla di Paolo Conte, l'avvocato di Asti “scoperto” nel 1976 destinato a diventare un artista di grande successo, di Gianna Nannini e Roberto Benigni, allora agli inizi della carriera, che lo stesso anno parteciparono alla rassegna, e poi ancora Joni Mitchell, Randy Newman, Vinicio Capossela, Caetano Veloso, Jackson Browne, Elvis Costello, Patti Smith, Franco Battiato, Tom Waits, Renato Carosone, Francesco Baccini... la lista sarebbe infinita.
La Rassegna della canzone d'autore ebbe subito successo fra gli amanti della buona musica e fra gli artisti che cercavano di portare sul palco non canzonette destinate a prodotto di consumo, ma vera arte, fatta di linguaggi innovativi e d'avanguardia e di emozioni autentiche. “Ragazzo, ti aspettiamo: non abbiamo una lira ma siamo tra amici”: era questa la filosofia di Rambaldi. Il Club Tenco e la Rassegna vivono, anche oggi che ormai non è più tra noi, grazie alla determinazione di quest'uomo, al volontariato dei soci e al pubblico di aficionados, comunque ristretto nei primi anni, che si andava formando intorno all'associazione. Il Club impara ben presto, dati gli atteggiamenti snobisti della RAI – che dava più occhio di riguardo al più celebre Festival- a muoversi per conto proprio, come struttura autonoma.
Oggi il Tenco è grande, è amato, ed è sopratutto unico. Tutto questo grazie agli sforzi di Amilcare e del suo entourage – parliamo di Antonio Silva, storico presentatore della rassegna, Sergio Staino, geniale e pungente vignettista satirico, Ugo Nespolo e Simone Bolla, che firmarono spesso il disegno dei manifesti dell'evento musicale, Roberto Molteni, Roberto Coggiola, Sergio Secondiano Sacchi, Giorgio Vellani, Marco Nereo Rotelli, Enrico de Angelis, Paolo Boggio e molti altri, senza dimenticarsi della famosissima Infermeria dei fratelli Barbieri, Renzo detto “Bigi” e Luciano: quel bugigattolo del Teatro Ariston, quello speciale luogo di incontro trasformato da ambulatorio in locale dove non si cura con farmaci e medicine, ma con la risata e con la battuta di spirito, quel luogo dove gli amici del Club Tenco – inclusi i famigerati Tre di Bra, ovvero Azio Citi, Giovanni Ravinale e Carlin Petrini, fondatore del movimento gastronomico dello Slow Food - si riunivano nelle notti dopo la rassegna a mangiare e a bere vino, a raccontarsi barzellette e ritrovarsi nello spirito giocoso, conviviale e compagnone che costituisce la vera forza del Club e che lo ha mandato avanti negli anni.
Dal 1984, inoltre, un altro importante riconoscimento si è aggiunto all'illustre Premio Tenco. Si tratta della Targa Tenco, assegnata da una giuria di oltre 160 giornalisti del settore alle opere musicali più creative della stagione musicale – da agosto a luglio-, suddivisa in quattro categorie (la quinta categoria, Miglior canzone, è stata sospesa dal 2006): Miglior album dell'anno di cantautore non esordiente, Miglior album in dialetto, Miglior Opera Prima e Miglior interprete di canzoni non proprie.
Ma ora facciamo un passo indietro e scopriamo il “dietro le quinte” del Premio Tenco: il Club Tencoe la sua storia.

Il Club Tenco

Club Tenco Sanremo
Il Club Tenco è un'associazione senza scopo di lucro nata a Sanremo nel 1972 con l'obiettivo di “riunire tutti coloro che, raccogliendo il messaggio di Luigi Tenco, si propongono di valorizzare la canzone d'autore, ricercando anche nella musica leggera dignità artistica e poetico realismo”, come si legge nello Statuto ufficiale del Club.
L'iniziativa per la fondazione del Club Tenco arrivò da Amilcare Rambaldi, storico ideatore del Festival di Sanremo ed a suo tempo importante produttore ed esportatore floricolo della città.
L'associazione è stata fondata in ricordo di Luigi Tenco, il cantautore che fu ritrovato privo di vita il 27 gennaio 1967 nella sua camera dell'Hotel Savoy e sulla cui morte è tutt'ora steso un velo di mistero – non è ancora accertato se si sia realmente suicidato, come il biglietto d'addio lasciato nella stanza fa pensare, o se sia morto per mano altrui , dato che il proiettile che lo uccise non fu mai più ritrovato. Fatto sta che il biglietto ritrovato accanto al corpo inerme di Tenco recitava “Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt'altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda “Io tu e le rose” in finale e ad una commissione che seleziona “La Rivoluzione”. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi”. Tempo fa Rambaldi ebbe a dire che “da quel traumatico, triste episodio della fine di un ragazzo cui volevamo bene, mi girava in testa l'idea che qualcuno dovesse prendere l'iniziativa per cercare organicamente di cambiare qualcosa nella canzone che continuava a deteriorare pubblico e artisti.” Alla fine degli anni '60 Rambaldi inoltre lesse un articolo scritto su una rivista di musica dell'epoca che si riferiva a Piero Ciampi, Francesco Guccini e Roberto Vecchioni, intitolato “bravi, bravissimi... ma chi li vuole?”.
L'ingiustificata indifferenza che Rambaldi notò da parte dell'industria musicale italiana nei confronti dei giovani cantautori fu la molla che fece scaturire nel 1971 l'idea di una nuova, indipendente e rivoluzionaria rassegna musicale, che avesse come fine ultimo promuovere le canzoni d'autore degli artisti emergenti italiani e nel Mondo, e che si proponesse come una sorta di contraltare alla politica del ben più famoso Festival, che privilegiava ormai solo i grandi nomi per avere ritorno di immagine ed interessi pubblicitari. Rambaldi, che già durante la guerra era stato nominato presidente di una sottocommissione artistica della giunta comunale, il cui obiettivo era quello di proporre manifestazioni e spettacoli che rivitalizzassero la città, porta la sua iniziativa in Comune, ma i consensi che accoglie si limitano a sorrisi e deboli pacche sulle spalle, per via del nome, scomodo ed imbarazzante per la RAI, che il Club porta con sé.
Ma Amilcare non si arrende. Invia un'esplicita lettera di risposta alla rivista, intitolata “Li voglio io!”. La lettera viene pubblicata e subito raccoglie inaspettati entusiasmi e incoraggiamenti da tutto il Paese, tramite i quali Rambaldi scopre l'esistenza di uno sconosciuto e parecchio informale Club Tenco sorto a Venezia per mano di una coraggiosa signora che rispondeva al nome di Ornella Benedetti, con la quale egli stringe subito un rapporto di intesa ed amicizia reciproca. L'anno dopo nasce finalmente il Club Tenco di Sanremo, nel quale affluiscono subito decine di giovani provenienti da tutta Italia: si tiene la serata inaugurale, accompagnata dalla cantautrice Antonella Bottazzi, e subito partono i primi concerti, che vedono protagonisti nomi oggi illustri quali Gaber, Francesco Guccini e Roberto Vecchioni.
Ed è così che nel 1974 ha luogo a Sanremo la prima Rassegna della canzone d'autore, comunemente conosciuta come Premio Tenco.

Club Tenco

Indirizzo: Corso Matteotti 226 Sanremo (IM)
Sito ufficiale: www.clubtenco.it